Completo Conciso

Contenuto del capitolo

Le sofferenze di Gerusalemme. (1-7) Prospettive incoraggianti e la distruzione dei suoi nemici. (8-15) La santità degli ultimi giorni. (16-21)

Commento su Zaccaria 14:1-7

(Leggere Zaccaria 14:1-7)

Il Signore Gesù stava spesso sul Monte degli Ulivi quando era sulla terra. Da lì salì al cielo, e allora le desolazioni e le angosce si abbatterono sulla nazione ebraica. Tale è l’opinione che si ha di questo in senso figurato; ma molti lo considerano come un avviso di eventi non ancora compiuti, e che si riferisce a problemi di cui ora non possiamo farci un’idea completa. Ogni credente, essendo legato a Dio come suo Dio, può trionfare nell’attesa della venuta di Cristo in potenza, e parlarne con piacere. Durante una lunga stagione, lo stato della chiesa sarebbe deformato dal peccato; ci sarebbe una mescolanza di verità ed errore, di felicità e miseria. Tale è l’esperienza del popolo di Dio, uno stato misto di grazia e corruzione. Ma, quando la stagione è la peggiore e la più promettente, il Signore trasformerà le tenebre in luce; la liberazione viene quando il popolo di Dio ha smesso di cercarla.

Commentario su Zaccaria 14:8-15

(Leggi Zaccaria 14:8-15)

Alcuni considerano che il progresso del vangelo, iniziando da Gerusalemme, è riferito alle acque vive che scorrono da quella città. Né il vangelo e i mezzi di grazia, né le grazie dello Spirito operate nei cuori dei credenti per mezzo di questi mezzi, verranno mai meno a causa del calore della persecuzione, o delle tempeste della tentazione, o delle raffiche di qualsiasi altra afflizione. Sembra che siano stati predetti giudizi tremendi, da inviare su coloro che si sarebbero opposti all’insediamento degli ebrei nella loro terra. Quanto siano da intendere alla lettera, solo gli eventi possono determinarlo. L’ira furiosa e la malizia che agitano gli uomini gli uni contro gli altri sono deboli ombre dell’inimicizia che regna tra coloro che sono periti nei loro peccati. Anche le creature inferiori soffrono spesso per il peccato dell’uomo e nelle sue piaghe. Così Dio mostrerà il suo dispiacere contro il peccato.

Commento su Zaccaria 14:16-21

(Leggere Zaccaria 14:16-21)

Come è impossibile che tutte le nazioni vengano letteralmente a Gerusalemme una volta all’anno, per tenere una festa, è evidente che un significato figurativo deve essere applicato qui. Il culto evangelico è rappresentato dalla celebrazione della festa dei tabernacoli. Ogni giorno della vita di un cristiano è un giorno della festa dei tabernacoli; ogni giorno del Signore in particolare è il grande giorno della festa; perciò ogni giorno adoriamo il Signore degli eserciti, e conserviamo ogni giorno del Signore con particolare solennità. È giusto che Dio trattenga le benedizioni della grazia a coloro che non frequentano i mezzi della grazia. È un peccato che è la sua stessa punizione; coloro che rinunciano al dovere, perdono il privilegio della comunione con Dio. Arriverà un tempo di completa pace e purezza della chiesa. Gli uomini svolgeranno i loro affari comuni e i loro sacri servizi sugli stessi santi principi di fede, amore e obbedienza. La vera santità sarà più diffusa, perché ci sarà un’effusione dello Spirito di santità più abbondante che mai. Ci sarà santità anche nelle cose comuni. Ogni azione e ogni godimento del credente dovrebbe essere regolato secondo la volontà di Dio, in modo che possa essere diretto alla sua gloria. Tutta la nostra vita dovrebbe essere come un sacrificio costante o un atto di devozione; nessun motivo egoistico dovrebbe prevalere in nessuna delle nostre azioni. Ma quanto è lontana la chiesa cristiana da questo stato di purezza! Altri tempi, tuttavia, sono a portata di mano, e il Signore riformerà e ingrandirà la sua chiesa, come ha promesso. Ma solo in cielo si troveranno la santità e la felicità perfette.

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