In soggetti normali, la contrazione massima volontaria (MVC) e la stimolazione elettrica del nervo ulnare (UNS; 30-Hz bursts di 0.33 s) sono stati sistematicamente confrontati per quanto riguarda le forze generate in diverse direzioni (abduzione/adduzione e flessione) e a diversi gradi di abduzione del dito indice. Con una posizione della mano “a riposo” in cui non c’era abduzione del dito indice, l’UNS ha prodotto circa la metà della forza di abduzione suscitata da una MVC (rapporto medio 51%). Qualitativamente, una tale discrepanza sarebbe attesa, perché l’UNS attiva due muscoli del dito indice con azioni opposte nel piano di abduzione/adduzione delle coppie: il primo interosseo dorsale (FDI) e il primo interosseo palmare (FPI). Le forze di abduzione prodotte da MVC e UNS erano molto sensibili all’angolo di abduzione del dito indice: ad un grado massimo di abduzione, la forza generata da UNS ha addirittura invertito la sua direzione d’azione in adduzione (con FPI dominante) e l’abduzione MVC è diminuita al 37% di quella nella posizione di riposo della mano. Poiché questi cali nella forza di abduzione generata da MVC e UNS non potevano essere spiegati da un cambiamento nel braccio del momento, l’alternativa principale sembrava essere alterazioni associate all’abduzione nella lunghezza delle fibre FDI (analisi dei dati biomeccanici precedentemente pubblicati). La FDI e la FPI sono state ulteriormente confrontate con l’applicazione di un test di fatica generato dall’UNS (stimolazione a raffica di 5 minuti), con il dito indice mantenuto ad un angolo “neutro”, cioè l’angolo di abduzione al quale, nello stato non affaticato, le forze della FDI e della FPI erano in equilibrio (zero forza netta di abduzione/adduzione generata dall’UNS).(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)

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