Nel 1963, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica erano bloccati in una corsa allo spazio, mentre ogni nazione cercava di dominare la regione sopra la Terra. Alimentate dalla Guerra Fredda e dal famoso discorso sulla Luna di Kennedy del 1962, entrambe le superpotenze misero in campo le loro menti migliori per portare l’uomo sulla Luna. Quella corsa fu, naturalmente, vinta dagli Stati Uniti quando Neil Armstrong e Buzz Aldrin camminarono sulla superficie lunare nel luglio 1969. Nel frattempo, in Francia, il terzo programma spaziale civile del mondo mise gli occhi su un altro viaggiatore spaziale: un gatto.
Félicette era un gatto randagio, che viveva per le strade di Parigi (o almeno così dice la storia più popolare su di lei) quando fu adottata dal governo francese per unirsi a una squadra di 14 gatti che venivano addestrati per un viaggio nello spazio. Questi aspiranti astronauti felini sono stati sottoposti a interventi chirurgici per impiantare elettrodi nel loro cervello, e a test che includevano camere di compressione e centrifughe. Félicette fu scelta per la missione, almeno in parte, grazie alla sua calma.
“La sua partecipazione alla corsa allo spazio non fu certo volontaria, ma fu un’enorme pietra miliare per la Francia, che aveva appena istituito la terza agenzia spaziale civile del mondo (dopo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica). La missione di Félicette ha contribuito a portare la Francia nella corsa allo spazio”, ha scritto Hanneke Weitering in un articolo per Space.com.
Lanciati in un volo suborbitale a bordo di un razzo sonda Veronique AGI il 18 ottobre 1963, Félicette ha sperimentato forze di accelerazione fino a 9,5 volte la forza di gravità sulla Terra. Ha raggiunto un’altitudine di 157 chilometri (oltre 97 miglia) sopra la Terra, dove l’intrepida viaggiatrice ha sperimentato cinque minuti di assenza di peso. Ad oggi, rimane l’unico gatto ad aver sperimentato un ambiente privo di gravità. Meno di 15 minuti dopo, si è paracadutata sana e salva sulla Terra.
Félicette ha subito l’eutanasia tre mesi dopo il suo storico volo, in modo che i ricercatori potessero esaminare il suo cervello.
“Senza la sperimentazione animale nei primi giorni del programma spaziale umano, i programmi sovietico e americano avrebbero potuto subire grandi perdite di vite umane. Questi animali hanno reso un servizio ai loro rispettivi paesi che nessun umano avrebbe potuto o voluto rendere. Hanno dato la loro vita e/o il loro servizio in nome del progresso tecnologico, aprendo la strada alle molte incursioni dell’umanità nello spazio”, ha spiegato la NASA in una pagina web che commemora i contributi degli animali ai programmi spaziali del mondo.