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25 agosto 2020
Di GolfWRX, PGATOUR.COM
Jim Furyk agli US Open 2003 a Olympia Fields. (Craig Jones/Getty Images)

Jim Furyk ha sempre fatto affidamento più sul suo cervello che sui suoi muscoli. Mai all’interno della top 100 nella distanza di guida, Furyk è uno stratega puro che è straordinariamente accurato sia con i suoi legni che con i ferri.

La borsa del nativo della Pennsylvania tende ad appoggiarsi sul lato dello spin e della precisione piuttosto che sulla velocità della palla e sulla distanza. In poche parole, è più Bernhard Langer che Gary Woodland.

Questa settimana, il PGA TOUR è sul campo – Olympia Fields – dove Furyk ha finalmente sfondato e catturato il suo primo major, lo U.S. Open del 2003. La prima e unica vittoria di Furyk in un major è arrivata in un momento in cui portava l’etichetta di “miglior giocatore a non aver mai vinto un major”. Si è finalmente liberato di quel titolo con un punteggio di 8 under e una vittoria di tre colpi sull’australiano Stephen Leaney.

Anche allora, la borsa di Furyk era costruita per tramare intorno al campo da golf. Usava un raro setup a cinque legni e quattro cunei e una configurazione unica di ferri senza ferro 4.

La sacca di Furyk e il suo yardage gapping sono sempre stati gli stessi, e il suo set è progettato per colpire numeri molto specifici e far volare la palla attraverso finestre di lancio molto specifiche.

Diamo un’occhiata a ciò che aveva nella sacca nel 2003.

Driver: Titleist 983K (8,5 gradi)

Shaft: UST ProForce Gold 65 X

3-wood: TaylorMade 200 (15 gradi)

Haft: Harrison Pro 2.5 7 X

5-wood: Orlimar TriMetal (19 gradi)

Haft: Apache 80 X

Freni: Hogan Apex Plus Forged Cavity (3, 5-PW)

Alberi: Apollo Hump Stiff

Corde: Titleist Vokey (250-08 @51 gradi, 256-14 @55), Hogan Colonial Prototype (60 gradi)

Alberi: True Temper Dynamic Gold S400

Putter: Ben Hogan by Bettinardi “Big Ben”

Palla: Top Flite Strata Tour Ace

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