Le caratteristiche della “scalata” nel senso di locomozione o postura su substrati tridimensionali sono discusse da un punto di vista biomeccanico. A tal fine, vengono passate in rassegna le condizioni meccaniche delle modalità di locomozione o andature più diffuse e utilizzate in ambiente arboreo. Questo permette di identificare con precisione le caratteristiche morfologiche dei tratti che sono vantaggiosi, e quindi hanno un valore selettivo positivo. Inoltre, si notano almeno alcune delle caratteristiche ambientali e di substrato che devono essere presenti per l’utilizzo di una specifica andatura. Si scopre che l’estremità che è posizionata più in basso sul substrato, deve portare un carico maggiore. Se quest’estremità è costantemente l’arto posteriore, come avviene nei primati, per ragioni comprensibili ma complesse, è probabile che si verifichi una divisione del lavoro tra gli arti: l’arto posteriore diventa più forte e l’arto anteriore più debole, ma più versatile. Una caratteristica molto specifica e vantaggiosa dei primati è il loro possesso di mani e piedi prensili. Ciò significa che gli autopodi sono in grado (1) di produrre da soli, senza l’aiuto del peso del corpo, una resistenza all’attrito molto elevata, e (2) di trasmettere forze di trazione e momenti di torsione sul substrato. La suddetta divisione del lavoro tra arti anteriori e posteriori implica che i primi prendono i primi contatti ed esplorano le proprietà di parti dell’ambiente. Come passo successivo, mani prensili su braccia lunghe possono facilmente sostituire la lunghezza e la mobilità del collo nell’afferrare gli alimenti. Così tratti molto caratteristici della forma del corpo umano possono essere derivati in larga misura dalle necessità della locomozione arboricola: Mani prensili, braccia lunghe, concentrazione del peso corporeo sugli arti posteriori, brevità del tronco rispetto alla lunghezza degli arti.